Dal 17 gennaio al 15 febbraio presso lo Studio d’Arte “La Saletta” di Corso Mazzini 55 sono ospitate le opere del pittore veronese Vittorio Carradore, opere che nel grigiore pressoché uniforme delle giornate invernali, introducono una nota discrepante e felice: la gioiosa varietà di una tavolozza ricca e vivace, tutta intessuta delle note calde dei gialli e degli ocra e di armonie che si accendono di viola e di rossi, mentre sinfonie di verdi e di blu riempiono felicemente gli spazi. Sono pezzature armoniosamente giustapposte a comporre mosaici sinteticamente atti a descrivere lo spazio, tasselli che, di tono in tono, costruiscono un pulsante puzzle visivo: il paesaggio si compone così come un gigantesco gioco di pazienza in cui i segni evidenziano, delimitano, incasellano una realtà amabile e famigliare. La terra, il cielo, le cose naturali perdono plasticità ma acquistano pregnanza dal colore, sotto la luce squillante che investe la realtà. Non è una sigla pittorica nuova, che ha precedenti illustri già nell’anteguerra e nei successivi anni Cinquanta, da Casorati a Sironi, fino a Morandi. È rivissuta tuttavia con franchezza e vivacità inconsuete, così che ne acquista una freschezza nuova e genuina. Il segno disegna, puntualizza, sviluppa, incastella il dispiegarsi dei piani costruttivi, punta secco sui particolari, pur tuttavia o forse proprio grazie all’estrema sintesi della sintassi immaginativa, ma è il colore che regala l’emozione, lo sfarfallio della poesie ultima alle cose, apre d’aria i cieli e coglie del mondo campestre il vero spirito e la vita. Alla gioia e alla serenità che offre il “modo colorato” di Vittorio Carradore si deve, di questi tempi incerti, ancor maggiore gratitudine.